Come siamo arrivati qui? Per capire come l’universo è cambiato dal suo stato semplice iniziale dopo il Big Bang (solo raffreddando particelle elementari come protoni ed elettroni) nel magnifico universo che vediamo mentre guardiamo il cielo notturno, dobbiamo capire come si formano stelle, galassie e pianeti.
Ci sono molte domande associate alla creazione e all’evoluzione dei principali costituenti del cosmo., Una domanda fondamentale che gli astronomi devono affrontare è: come ha fatto l’universo a creare le sue prime stelle e galassie? Una volta create queste entità, come hanno influenzato la successiva formazione di galassie, stelle e pianeti? Questa è una domanda importante, perché questi oggetti successivi sono fatti di elementi che possono essere stati creati solo dalla prima generazione di stelle.
Non si sa ancora se l’universo abbia creato buchi neri con la prima generazione di stelle o se questi oggetti esotici siano stati creati dalla prima generazione di stelle., Poiché i buchi neri rappresentano le condizioni fisiche più estreme dello spaziotempo e generano alcuni dei fenomeni più energetici dopo il Big Bang, sono gli ultimi laboratori fisici per testare le teorie dell’universo.
Ora sappiamo che il nostro universo ha una struttura “schiumosa”. Le galassie e gli ammassi di galassie che compongono l’universo visibile sono concentrati in una complessa impalcatura che circonda una rete di enormi vuoti cosmici., Tuttavia, oltre alla materia “normale” che costituisce le parti visibili dell’universo, gli scienziati hanno scoperto che ci sono grandi quantità di materia invisibile. Questa cosiddetta “materia oscura” costituisce circa il 27% del contenuto di materia-energia dell’universo, mentre i pezzi visibili rappresentano solo circa il 5% del totale. Chiaramente, se speriamo di capire la struttura dell’universo e i processi con cui si è formato ed evoluto, dobbiamo prima capire la distribuzione di questa importante ma invisibile materia oscura e i modi in cui interagisce con la materia normale e influenza.,
Sebbene gli astronomi abbiano studiato le stelle per migliaia di anni, è solo negli ultimi 35 anni che sono stati in grado di impiegare strumenti che rilevano la luce attraverso l’intero spettro elettromagnetico–dalle onde radio ai raggi gamma–per scrutare le nuvole polverose dove le stelle nascono nella nostra Galassia. Se vogliamo comprendere come l’universo produce le stelle-e i pianeti che le orbitano oggi-dobbiamo continuare questi studi con telescopi sempre più potenti.
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