Il sangue che passa attraverso le aree di shunt assoluto non riceve ossigeno (V / Q = 0), pertanto, l’ipossiemia arteriosa derivante dallo shunt intrapolmonare è minimamente reattiva per integrare l’ossigeno. L’effetto shunt (mescolanza venosa o basso V/Q) è lo scenario clinico più comune in cui le aree del polmone presentano una scarsa ventilazione alveolare rispetto al grado di perfusione alveolare ( 0 < V/Q < 1). Poiché queste aree partecipano ancora allo scambio di gas, anche se piccole, l’ipossiemia arteriosa migliora con l’ossigeno supplementare., Normalmente, una piccola percentuale di sangue venoso dalle vene pleuriche, bronchiolari e tebesiane bypassa il ventricolo destro e si svuota nell’atrio sinistro; questo rappresenta un vero shunt anatomico, che è il 2-5% della gittata cardiaca. L’ipossiemia arteriosa che deriva dalla sindrome epatopolmonare rappresenta anche uno shunt anatomico intrapolmonare secondario a malformazioni AV polmonari. Altri stati di malattia che rappresentano uno shunt assoluto includono atelettasia lobare acuta, ARDS, edema polmonare avanzato e polmonite consolidata., Gli stati di malattia che creano la mescolanza venosa o gli stati bassi di V / Q includono l’edema polmonare delicato, l’atelettasia post-operatoria e la BPCO. Tutti questi stati di malattia sono normalmente mitigati dalla vasocostrizione polmonare ipossica, che si riferisce al tentativo dei polmoni normali di abbinare in modo ottimale la ventilazione e la perfusione. Questa risposta restringe i vasi nelle regioni scarsamente ventilate del polmone e dirige il flusso sanguigno polmonare verso alveoli ben ventilati. La distinzione tra shunt vero e V/Q ridotto può anche essere eseguita in modo non invasivo tracciando simultaneamente SaO2 contro FiO2., Un vero shunt sposta la curva verso il basso, mentre la mescolanza venosa (V/Q basso) sposta la curva verso destra.
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